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Il Green Public Procurement (GPP), in italiano “Acquisti verdi della Pubblica Amministrazione” è stato definito dalla Commissione europea come “[…] l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.

Uno strumento di politica ambientale che intende favorire lo sviluppo di un mercato di prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale attraverso la leva della domanda pubblica. Le autorità pubbliche che intraprendono azioni di GPP si impegnano, infatti, sia a razionalizzare acquisti e consumi che ad incrementare la qualità ambientale delle proprie forniture ed affidamenti. Grazie al GPP si rende, dunque, obbligatorio per le Pubbliche Amministrazioni la previsione di criteri ambientali nella predisposizione di gare pubbliche. Per orientare ed indirizzare gli enti pubblici sull’applicazione di tali criteri, sono stati adottati specifici atti, i “Criteri Ambientali Minimi” o “CAM”, adottati con Decreto Ministeriale.

Il GPP rappresenta dunque anche un efficace mezzo di sostegno alla domanda di beni derivanti dal recupero di prodotti a fine vita. Nel cosiddetto “Collegato ambientale”, infatti, tra le azioni premianti c’è proprio quella di favorire l’utilizzo di manufatti realizzati con materiali derivati dal recupero di prodotti complessi, in alcune aree specifiche, come gli edifici scolastici, l’edilizia e nelle pavimentazioni stradali.

Considerando l’estensione della rete stradale italiana, che nella stragrande maggioranza dei casi è sotto la gestione della Pubblica Amministrazione, si può comprendere quanto il GPP sia un concreto volano per l’estensione su larga scala delle pavimentazioni stradali realizzate con l’aggiunta di polverino di gomma da Pneumatici Fuori Uso. Anche per questo, parlando di circular economy applicata ai PFU, questo canale è assolutamente indispensabile. Un aspetto che non è sfuggito neanche al Legislatore che, sempre nel “collegato ambientale”, cita i PFU come l’esempio al quale attribuire punteggi premianti nelle gare pubbliche.