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A Scampia torna il calcioDa “Avvenire” del 13 aprile 2018

Un travaglio lungo dodici anni ma finalmente Scampia, il popoloso quartiere delle Vele in periferia di Napoli, noto per essere stato la piazza di spaccio più grande d’Europa, ha il suo stadio. Sarà un luogo di gioco e un presidio di legalità per un migliaio di ragazzi e di famiglie, un punto di riferimento a cominciare dal nome: è intitolato ad Antonio Landieri, un disabile di 25 anni vittima innocente nel 2004 della faida che insanguinò il quartiere.

Lo stadio a dire il vero già c’era, inaugurato lo scorso novembre con tanto di commozione e palloncini. Ma mancavano le autorizzazioni. Dopo un lunghissimo iter la Commissione di vigilanza per il pubblico spettacolo ora ha certificato la definitiva agibilità dell’impianto: potrà finalmente ospitare sugli spalti i 1.300 spettatori previsti. Per realizzare il terreno di gioco, omologato per gli incontri della Lega Nazionale Dilettanti, è stata utilizzata la gomma riciclata da 10mila pneumatici, grazie alla collaborazione tra il Comune di Napoli e il consorzio Ecopneus: un ulteriore messaggio simbolico poiché Scampia si trova nel cuore della Terra dei fuochi, dove per decenni le gomma d’auto abbandonate sono state bruciate illegalmente avvelenando aria e terreno.

Più che soddisfatte le associazioni che daranno vita alle attività sportive nel nuovo stadio: “Sarà un luogo di legalità ed aggregazione per mille ragazzi del quartiere, per le loro famiglie e per chi, li aspettiamo, vorrà scoprire che Scampia non è più la periferia più malfamata d’Europa”, dice Antonio Piccolo, fondatore e presidente di Arci Scampia, una scuola calcio presente da anni nel quartiere che conta di più di quattrocento ragazzi.

Dieci anni fa Piccolo, aiutato dal suo amico e vicepresidente di Arci Scampia Carlo Sagliocco, sottrasse a spacciatori e tossicodipendenti un parco tra i palazzoni del quartiere. Oggi, aiutato da quaranta tra allenatori e volontari, si occupa di 400 minori: “Una guerra quotidiana – sorride -, con ragazzi in età “complicata”, molti dei quali provengono da realtà familiari estremamente disagiate”. Da Scampia si guarda anche a chi è più bisognoso. “Da un paio d’anni – racconta orgoglioso Piccolo – abbiamo una sorta di succursale, una scuola calcio gemellata in Africa, nel Mali, che porta il nostro nome: lì i bambini indossano le nostre divise e si allenano con l’attrezzatura che gli inviamo. Il sogno, ora, è di poterli ospitare qui a Scampia nel nuovo stadio”.

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