L’Unione Europea ha richiesto il pagamento di un contributo per i voli in partenza e in arrivo: l’obiettivo è diminuire le emissioni di CO2, che provocano il 3% dell’effetto serra a livello globale; un dato destinato a salire con l’aumento delle tratte aeree.
Lo scopo dell’UE è di ridurre le cifre, anche grazie a “sanzioni” economiche, e i primi risultati s’iniziano a vedere, come dimostra una diminuzione del 3% nell’anno in corso sulla base dei dati del 2004-2006. Il progetto, inserito all’interno del mercato delle emissioni, potrebbe prevedere anche benefit per i comportamenti virtuosi di chi riduca efficientemente la quota di CO2.
Comunemente conosciuto come CO2, il diossido di carbonio (o anidride carbonica) è responsabile di circa il 75% del riscaldamento globale tra i gas che producono l’effetto serra (fonte: The Guardian).
Esso deriva principalmente da combustibili fossili quali carbone, petrolio e gas. La deforestazione ha portato a un suo aumento nell’atmosfera: alberi e piante svolgono la fondamentale funzione di limitare la presenza nell’aria di anidride carbonica, e il loro abbattimento favorisce il proliferare di CO2 e il riscaldamento globale.
Con il termine di effetto serra s’intende, invece, il fenomeno per cui alcuni gas conservano il calore nell’atmosfera, evitando la dispersione nello spazio. Seppure sia considerato un fattore umano, esso è in realtà un fattore naturale, che permette di fatto la vita nel pianeta. Gli scienziati calcolano che, senza l’effetto serra, il Pianeta sarebbe più freddo di 30°.
È umano, invece, l’aumento delle particelle di gas serra nell’atmosfera. Dal 1959 a oggi, per esempio, la concentrazione di CO2 è salita da 315 a 387 parti per milione (ppm).
Il livello di anidride carbonica (e degli altri gas serra) deve essere monitorato frequentemente dagli scienziati, per evitare aumenti incontrollati e incontrollabili della temperatura terrestre.
Usa, Russia e oltre venti Stati si sono opposti alla misura europea. Washington richiede un accordo globale, sotto l’egida delle Nazioni Unite. Bruxelles risponde che il dibattito per la creazione di un’authority competente a livello mondiale è andato avanti per 15 anni, senza frutti.
Il New York Times – uno dei giornali più letti al mondo – ha difeso l’iniziativa europea. “Chi si oppone al programma europeo dovrebbe proporre un’idea migliore – presto – oppure rinunciare alle proprie obiezioni”, è apparso sulle colonne del quotidiano pubblicato nella Grande Mela.
Soluzione ampiamente condivisibile. La posta in gioco non è il guadagno economico di pochi, ma la qualità della vita di molti.