Aumentare la quota di PFU destinati al recupero di materia, incrementare la qualità dei materiali riciclati, sostenere sviluppo e investimenti delle aziende della filiera del riciclo dei PFU.

Questi gli effetti principali del Decreto End-of-Waste per la gomma riciclata presentato quest’oggi dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

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Decreto end of waste per la gomma riciclataRoma, 1 aprile 2020 – Il riciclo dei Pneumatici Fuori Uso si conferma settore d’eccellenza dell’economia circolare in Italia: presentato oggi dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa il Decreto End of Waste per la gomma riciclata dei Pneumatici Fuori Uso-PFU, avviato ora verso la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ogni anno in Italia arrivano a fine vita circa 400.000 tonnellate di PFU tra mercato del ricambio e della demolizione veicoli; di queste, circa 200.000 tonnellate sono raccolte e riciclate ogni anno da Ecopneus, la società consortile senza scopo di lucro tra i responsabili della gestione dei PFU nel mercato del ricambio (la sostituzione dei pneumatici presso i gommisti). Un sistema che in 10 anni ha trasformato i PFU da problema di complessa gestione a risorsa preziosa, e che nel suo complesso garantisce raccolta e recupero del 100% dei PFU generati da pneumatici regolarmente immessi sul mercato.

L’obiettivo del Decreto è quello di un miglior inquadramento delle procedure di riciclo dei PFU, per garantire un’ancora più elevata qualità e sicurezza dei materiali in uscita dagli impianti così da consentirne un pieno ed effettivo recupero in tante valide applicazioni e prodotti, a vantaggio di tutte le imprese che fanno dell’economia circolare il fulcro delle proprie attività. Sono infatti circa 100 le aziende, con oltre 1.000 addetti, che su tutto il territorio nazionale si occupano di raccolta e trasporto dei PFU e della produzione di granulo e polverino da utilizzare in utili ed eccellenti applicazioni nel settore degli asfalti stradali, dell’impiantistica sportiva, del benessere animale, dell’edilizia, negli impieghi industriali, nell’arredo urbano e molto altro ancora. Il poter contare su una normativa nazionale, eliminerà le incertezze che tutt’ora sussistono e consentirà di superare quelle differenze che, nel regime di autorizzazioni “caso per caso” finora in vigore, potevano anche creare gap competitivi tra impianti di riciclo analoghi ma situati in Regioni o Province differenti.

Attraverso riferimenti comuni, gli impianti di riciclo avranno invece la certezza di come verrà inquadrato il materiale riciclato in uscita dall’impianto, e allo stesso tempo le aziende utilizzatrici di granulo e polverino di gomma possono contare su una certificazione di ogni singolo lotto di materiale che ne garantisce qualità, caratteristiche e sicurezza.

Plauso al Decreto e all’impegno del Ministero dell’Ambiente anche dal Direttore Generale di Ecopneus Giovanni Corbetta: “Siamo molto soddisfatti della firma del Decreto, che suggella un lungo percorso che come Ecopneus abbiamo sostenuto costantemente nel corso degli anni per lo sviluppo di una cultura industriale nella filiera. Questo ha favorito numerosi investimenti delle imprese per aumentare la capacità di trattamento e soprattutto migliorare la qualità delle materie prime seconde in uscita. Oggi vediamo premiati gli sforzi nostri e di tutte le imprese della nostra filiera. Auspichiamo ora una rapida pubblicazione in GU per dare concreto avvio al nuovo corso”.

Nel dettaglio, tra le principali novità operative introdotte troviamo l’obbligo per gli impianti di trattamento di dotarsi di un sistema per il lavaggio dei Pneumatici Fuori Uso in ingresso idoneo ad eliminare le impurità superficiali; l’istituzione di campionamenti e analisi sul materiale riciclato in uscita; la certificazione del produttore su ogni lotto di produzione del materiale riciclato, che nel Decreto viene definito non più come gomma riciclata ma “Gomma Vulcanizzata Granulare”.

Il provvedimento contribuirà quindi in modo determinante a stabilizzare le attività delle aziende di riciclo e a stimolare un numero sempre crescente di imprese che utilizzano granulo e polverino di gomma, favorendo lo sviluppo di nuove applicazioni e il consolidamento di quelle esistenti, come ad esempio l’impiego del polverino di gomma riciclata nei conglomerati bituminosi per la realizzazione di asfalti modificati “silenziosi” e durevoli. Una soluzione che potrà portare notevoli benefici alla rete stradale nazionale ma soprattutto a tutti i cittadini, così come le tante altre valide ed sostenibili applicazioni della gomma riciclata.

Decreto End of Waste per la gomma riciclata: lo scenario italiano

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Ogni anno in Italia vengono generate circa 400.000 tonnellate di PFU-Pneumatici Fuori Uso, tra mercato del ricambio (la sostituzione presso i gommisti) e della demolizione veicoli. Un sistema che già oggi nel suo complesso garantisce la raccolta e il recupero del 100% dei PFU generati da pneumatici regolarmente immessi sul mercato.

La filiera del riciclo dei Pneumatici Fuori Uso genera valore economico, occupazione, consente benefici ambientali rilevanti per il Paese, riduce le emissioni climalteranti, i prelievi di materie prime, il consumo di acqua e favorisce gli investimenti delle aziende della green economy. Un tessuto industriale articolato, sia sul fronte delle aziende di trattamento che delle aziende utilizzatrici del granulo e del polverino di gomma da riciclo dei Pneumatici Fuori Uso e che, grazie al Decreto End of Waste per la gomma vulcanizzata di PFU, potranno beneficiare di un definitivo slancio verso una sempre maggiore espansione delle applicazioni della gomma riciclata.

L’End of Waste è, infatti, un potente strumento di politica ambientale che, inquadrando dettagliatamente le corrette procedure per il riciclo dei Pneumatici Fuori Uso, favorirà un sempre maggiore utilizzo della gomma vulcanizzata granulare che se ne ottiene e garantirà una sua ancora più elevata qualità e sicurezza delle applicazioni, attraverso un sistema di analisi, monitoraggio e tracciamento del materiali. Consentirà inoltre di contrastare con maggior puntualità gli illeciti ambientali, facilitando i controlli da parte degli Enti preposti grazie alla definizione dettagliata dell’iter di gestione e trattamento dei materiali a fine vita. Gli impianti di trattamento dovranno ad esempio munirsi di un sistema idoneo al lavaggio dei Pneumatici Fuori Uso in ingresso, dovranno effettuare campionamenti e analisi periodiche del materiale riciclato in uscita e dotarsi di procedure per la gestione della qualità. La portata del Decreto End of Waste per la gomma granulare vulcanizzata oltre ad investire aspetti di tutela dell’ambiente, contribuisce quindi significativamente anche allo sviluppo economico e industriale di tutto quel complesso di imprese che ogni giorno traducono in azione pratica i principi dell’economia circolare e rendono disponibili sul mercato preziosi nuovi materiali da riciclo come polverino e granulo di gomma.

Materiali che saranno sempre più utilizzati nelle applicazioni già note e in altre che potranno essere sviluppate. In primis gli asfalti “modificati” con polverino di gomma, che consentono di ottenere pavimentazioni stradali che durano fino a tre volte di più di un asfalto tradizionale e che riducono il rumore del passaggio dei veicoli. Oppure le superfici sportive, dove la gomma riciclata conferisce quelle caratteristiche di elasticità, resistenza e assorbimento degli urti necessari alla pratica sportiva; i materiali per l’isolamento acustico e lo smorzamento delle vibrazioni, l’arredo urbano e molto altro ancora.

Più in dettaglio, il regolamento stabilisce criteri e condizioni specifici, nel rispetto dei quali la gomma vulcanizzata derivante da PFU cessa di essere qualificata come rifiuto, indicando:

  • la tipologia dei rifiuti a cui il regolamento si applica
  • le modalità di ricevimento e accettazione dei conferimenti
  • alcune caratteristiche dell’impianto
  • le modalità di controllo e verifiche dell’output per lotti di produzione per il rilascio della dichiarazione di conformità
  • i vincoli di conservazione della documentazione e di tracciamento
  • gli impieghi consentiti e i limiti di utilizzo della GVG-Gomma Vulcanizzata Granulare

 

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