Dati confortanti quelli che emergono dal Rapporto sulle Fonti Rinnovabili presentato da Enea a Roma. In Europa si è arrivati a coprire il 16,4% della richiesta energetica con fonti rinnovabili, molto vicino all’obiettivo del 17% fissato in sede comunitaria. In Italia si sconta ancora un ritardo sull’utilizzo di energie alternative, ma il sistema incentivante messo in piedi negli ultimi anni ha permesso ad alcune fonti rinnovabili di accelerare il loro grado di penetrazione. Ad esempio nel settore fotovoltaico la capacità installata nel 2009, pari a 574 MWp, è stata ampiamente superiore a quella complessivamente installata fino all’anno precedente, che era di 458 MWp, permettendo di superare nel totale la soglia di 1 GWp.

Per l’energia Eolica l’Italia è medaglia di bronzo, sia in termini di potenza installata (1.13 MW) che per potenza accumulata (4.854 MW). A fronte di questi settori energetici che hanno compiuto passi da gigante alcune fonti rinnovabili come solare termico e biomasse ancora stentano a decollare. Nel settore del solare termico l’Italia è al 14mo posto con soli 23,4kW installati per abitante, un dato che non rende giustizia alle potenzialità nazionali.

Per permettere anche alle fonti attualmente meno sfruttate di agganciarsi alla corsa alle rinnovabili è necessaria una diffusione su larga scala delle tecnologie esistenti e l’introduzione accelerata di quelle ancora in fase di sviluppo. Solo così anche l’Italia potrà raggiungere l’obiettivo comunitario del 17% dell’energia installata prodotta da fonti rinnovabili.

L’Enea spera in una accelerazione tecnologica che permetta al bel paese di dimezzare nel lungo periodo (2040) le emissioni di CO2 rispetto al 2005, mentre il taglio di un quarto delle emissioni già nel 2020 sarebbe possibile, secondo l’Ente, con l’utilizzo di biocombustibili e rinnovabili elettriche. Questi ritardi nell’adeguamento della capacità produttiva ha portato per l’Italia un aumento del 50% nelle importazioni, a dispetto di una media europea del 12%.

Fonte: Ansa