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Campi sportiviL’Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ha svolto, di recente, una ricerca sul  “Ciclo e le tecnologiche afferenti alle modalità di gestione dei PFU” in cui sono state prese in esame l’analisi del ciclo di vita dei pneumatici, le nuove tecnologie e le valutazioni di sostenibilità della loro gestione. Dei risultati dello studio abbiamo parlato con l’ingegner Silvia Sbaffoni del Laboratorio Valorizzazione delle risorse SSPT-USER-RISE dell’ENEA a cui abbiamo chiesto un approfondimento sugli impatti ambientali dei campi sportivi in gomma riciclata.

D: Quali sono gli impatti ambientali dei campi in gomma riciclata?

Silvia Sbaffoni (Enea):
“In un’ottica di circular economy è fondamentale incentivare il recupero degli pneumatici a fine vita come materiadestinata a nuovi usi. Nel panorama del riutilizzo della gomma riciclata da PFU, le pavimentazioni sportive rappresentano il 40% del settore. Un trend in crescita anche grazie alle qualità specifiche del materiale: risposta elastica per l’atleta, elevata capacità di assorbimento degli urti, resistenza alle deformazioni e agli agenti atmosferici. Tra le applicazioni sportive più comuni: le piste da atletica, i campi polivalenti, le pavimentazioni antitrauma e i campi da calcio in erba artificiale di ultima generazione. Quest’ultimo utilizzo è uno dei più diffusi grazie alle particolari caratteristiche del materiale che donano al manto la massima giocabilità. Il granulo da PFU viene impiegato come:

  • materiale da intaso tra i fili d’erba – ha una funzione prestazionale necessaria ai fini dell’assorbimento degli shock e nel prevenire la deformazione verticale della superficie, mantenendo così alti standard qualitativi per il rotolamento e il rimbalzo del pallone. Al tempo stesso, l’intaso ha la funzione di mantenere il filo d’erba dritto e di aiutarlo a ritornare nella posizione originaria una volta calpestato;
  • substrato sottostante la superficie da gioco – favorisce il livellamento delle fondazioni, donando elasticità alla superficie, favorendo l’assorbimento dello shock e la restituzione dell’energia all’atleta.

In ambito sportivo, l’utilizzo dei materiali derivati dal recupero dei PFU offre tre principali vantaggi:

  • prestazionale: la gomma dei PFU consente prestazioni e una resa complessiva della pratica sportiva, in alcuni casi addirittura migliore rispetto i materiali comunemente utilizzati;
  • economico: a parità di prestazioni e di resa, questi materiali costano circa un decimo rispetto i materiali vergini più comunemente utilizzati;
  • ambientale: si riduce il consumo di materie prime vergini utilizzando un materiale abbondante e ricavato dal trattamento di un rifiuto.

In particolare, i vantaggi ambientali connessi all’utilizzo di gomma riciclata per la realizzazione di campi in erba sintetica rispetto i campi in erba naturale o con intasi di natura organica sono rappresentati da:

  • recupero di pneumatici fuori uso e conseguente risparmio di materie prime vergini;
  • riduzione dei consumi di acqua per annaffiamento dell’erba;
  • rriduzione dei consumi di energia e di materie prime (costo ambientale diretto) grazie alla maggiore durabilità e alla minore necessità di manutenzione;
  • nessuna necessità di utilizzo di antiparassitari e antivegetativi.

Il dibattito per l’utilizzo del granulo da PFU come intaso nei campi in erba sintetica è spesso incentrato sulla compatibilità ambientale di questa applicazione e sulla qualificazione del granulato di gomma. Diversi studi hanno sottolineato la conformità del prodotto alla norma  DIN V 18035 (tabella 7, relativa ai requisiti ambientali per gli intasi “Environmental Requirements (Soil and Ground Water) and Testing of Bound Elastic Supporting Layers, Elastic Layers and Synthetic Turf Layers (including infill material of pile layer)”). Inoltre, gli organi tecnici della LND hanno inserito i prodotti del recupero di pneumatici fuori uso nei loro manuali e nelle norme tecniche, conferendo ai manti di Terza Generazione il Protocollo “FIFA QUALITY CONCEPT”, determinando così in maniera ufficiale la possibilità di utilizzare le superfici sintetiche anche nell’ambito del gioco professionistico. Questo conferma come il granulo da recupero di PFU sia una realtà incontrovertibile e come possa configurarsi come un punto di riferimento per le scelte degli Enti Locali: le caratteristiche degli intasi in granulo da PFU e i benefici che possono derivare dal loro utilizzo potrebbero costituire uno dei “criteri ambientali” richiesti dalle stazioni appaltanti (amministrazioni pubbliche) nei capitolati nelle procedure di appalto (politica degli acquisti pubblici “verdi”, Green Public Procurement – GPP), al fine di ridurre, complessivamente, l’impatto ambientale dell’attività di realizzazione delle superfici sportive e massimizzare i benefici ambientali ed economici. Infatti, tra gli altri, alcuni obiettivi del GPP sono: riduzione degli impatti ambientali, stimolo all’innovazione, razionalizzazione della spesa pubblica, integrazione delle considerazioni ambientali nelle altre politiche dell’ente e miglioramento dell’immagine della pubblica amministrazione. In tale ambito, l’impiego del materiale derivante dal recupero dei PFU per la produzione di campi in erba sintetica risponde agli obiettivi del GPP, come declinati dalla Commissione Europea, in quanto consente di conseguire benefici ambientali (risparmi ed uso efficiente delle risorse, riduzione dei consumi energetici, valorizzazione di rifiuti, rispondendo in questo alla Strategia europea sulla prevenzione e il riciclo dei rifiuti), di puntare su tecnologie innovative, di migliorare le prestazioni economiche da parte delle amministrazioni pubbliche.

In aggiunta, l’impiego di granulo da PFU rientra nella strategia europea “Europa 2020” per una “crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” (COM(2010) 2020), in cui sono individuate sette “iniziative faro”, tra cui anche quella relativa ad “un’Europa efficiente sotto il profilo delle risorse”; tale iniziativa è finalizzata a contribuire a scindere la crescita economica dall’uso delle risorse, favorire il passaggio ad un’economia a basse emissioni di carbonio, incrementare l’uso delle fonti di energia rinnovabile, modernizzare il nostro settore dei trasporti e promuovere l’efficienza energetica”.

D: Quali caratteristiche prestazionali rispetto ai campi tradizionali? Quale durata e quale manutenzione?

Silvia Sbaffoni (Enea):
“I campi in erba artificiale hanno caratteristiche e vantaggi che li rendono preferibili ai campi in erba tradizionale dal punto di vista delle prestazioni degli atleti, della gestione complessiva dell’impianto e della manutenzione del campo, grazie a:

  • resistenza alle condizioni meteorologiche più avverse;
  • possibilità di installazione senza restrizioni per le condizioni atmosferiche necessarie alla cura di un manto erboso tradizionale;
  • bassi costi di manutenzione;
  • minore/nessun consumo di acqua;
  • maggiore utilizzabilità (migliore rapporto ore di gioco/anno) rispetto ai manti tradizionali;
  • possibilità di utilizzo del campo da gioco per altri scopi senza pregiudicare il manto erboso (concerti, meeting, presentazioni, ecc.);
  • possibilità di disputare gare in ogni stagione, anche con climi estremi;
  • assenza di buche e uniformità della superficie.

L’impiego di gomma riciclata permette, infatti, di ottenere dei risultati, in termini di prestazioni, in alcuni casi addirittura superiori alle superfici in erba naturale. Le ottime caratteristiche di risposta elastica, inoltre, assicurano una sensazione di comfort durante il gioco, riducendo la traumaticità sportiva. Con riferimento alla vita utile delle realizzazioni, la gomma recuperata dai PFU, essendo concepita per vivere all’esterno, resiste facilmente ai più aggressivi agenti atmosferici, garantendo così un’eccellente durabilità nel tempo. Tra i vantaggi dei campi realizzati in erba sintetica è certamente da considerare la maggiore “giocabilità” degli impianti artificiali. Infatti, l’erba naturale si danneggia molto facilmente per usura: su un campo sintetico è possibile giocare anche 20 ore al giorno per sette giorni la settimana, perché i materiali di cui è costituito sono resistenti all’intenso calpestio.
Se la gomma è stata tra i primi materiali utilizzati come intaso prestazionale, le regole di mercato hanno portato negli anni alla nascita di altri prodotti concorrenti. Tra i più noti è sicuramente l’intaso di natura organica. Questo materiale trova largo consenso tra gli utilizzatori finali perché, essendo una miscela di materiali di origine vegetale (sughero, fibre di cocco ecc.), conferisce al prato sintetico un apparente appeal più naturale. Tuttavia, l’intaso organico può dare luogo ad alcuni problemi che non si verificano con l’utilizzo di intaso in gomma da PFU:

  • in caso di pioggia, essendo un materiale leggero, galleggia sull’acqua e tende a essere trascinato verso il bordocampo;
  • necessità di mantenere un grado di umidità (innaffiamento) per garantirne la morbidezza e questo, oltre al consumo d’acqua, in climi rigidi può favorire la formazione di ghiaccio;
  • necessità di applicazione di prodotti antiparassitari e antivegetativi”.