Sono servite ben sei tonnellate di granuli di gomma provenienti dal riciclo di Pneumatici Fuori Uso per realizzare la prima pista di atletica leggera in gomma riciclata di Sestri Ponente, uno dei quartieri più popolosi di Genova, finora sprovvisto di impianti sportivi per l’atletica leggera. Il progetto è stato inaugurato da Ecopneus e Uisp che hanno affiancato il Comune di Genova nella fase di avvio e, successivamente, di gestione dell’intera operazione. La pista a 3 corsie, lunga 60 metri, è stata realizzata nel Parco di Villa Parodi, sede di alcuni plessi dell’Istituto Comprensivo Sestri (la materna Villa Parodi e la media Dante Alighieri), con un primo strato colato in opera con granulo nero da 1-3,5 mm e, successivamente, con un secondo strato colato in opera con granulo 2-5 mm, completato infine con uno strato colorato di resina poliuretanica rossa. La pista di atletica, la buca del salto in lungo e le gradinate sono state, poi, messe in sicurezza applicando agli spigoli pericolosi, dei parabordi in gomma, anch’essa riciclata da PFU. Oltre alla pista, è stato realizzato anche un campo polivalente, per il quale è stato utilizzato un materassino prefabbricato di gomma riciclata dello spessore di 5 mm, per un totale di oltre 600 metri quadrati: per ogni mq sono stati utilizzati 5 kg di granulo da 0,8-2,5, ovvero 3 tonnellate in totale. Lo strato in gomma garantisce il necessario assorbimento di shock e urti, la restituzione dell’energia all’atleta durante le fasi di gioco ed elasticità e resistenza alle deformazioni permanenti del fondo, per una pratica sportiva di alto livello svolta in tutta sicurezza. “La nostra idea – racconta Tommaso Bisio, Uisp Genova – è nata circa due anni fa nell’ottica dell’individuazione di piccoli spazi ove realizzare impianti di base per l’atletica leggera; strutture agili in cui fare promozione, tali da avvicinare i bambini a questa disciplina sportiva, senza richiedere grandi spostamenti. Soprattutto volevamo che fossero realizzati in mezzo al quartiere, dove la gente vive, al contrario dei pochi esistenti, spesso delocalizzati e di difficile gestione”.