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di Daniele Fornai, Carlo Lupi, Valentina Persici

L’integrazione di materiali polimerici all’interno delle miscele bituminose calde richiede di aumentare le temperature di produzione e posa in opera. Nel 2014 Ecopneus e Waste&Chemicals srl si sono chiesti se ciò comportasse dei rischi per i lavoratori; sono stati quindi effettuati dei campionamenti nella zona inalatoria e con patch dermici di lavoratori in condizioni e con mansioni differenti (rullisti, addetti a terra e alla vibrofinitrice), affiancandoli a campionamenti di aria ambiente per la misurazione degli IPA.

Vi elenchiamo alcuni cantieri monitorati nel 2014 ai quali sono seguiti altrettanti cantieri in cui nel 2015 sono stati effettuati i test, in prossima pubblicazione.

  • Zola Predosa (BO), 31 Luglio 2014: un unico cantiere in cui l’asfalto gommato e quello standard sono stati stesi nello stesso giorno in due corsie parallele (300 m), consentendo pertanto un confronto diretto tra i due;
  • Imer (TN), 25 Settembre 2014: è stato steso solo asfalto gommato su entrambe le corsie di un tratto di 600 m. Le operazioni di pavimentazione sono durate per circa 4 ore;
  • Finale Emilia (MO), 26 Settembre 2014: la strada, di 700 m di lunghezza, è stata pavimentata con asfalto gommato. Il monitoraggio è stato effettuato durante il posizionamento della prima corsia, ed è durato per circa 3 ore e 30 minuti;
  • Giardini di Corcolle (RM), 24 Novembre 2014: è stato utilizzato solo asfalto standard  per la pavimentazione stradale e il monitoraggio è stato effettuato durante le prime 3 ore delle operazioni di pavimentazione.

Per ogni campagna, si è adottato il seguente schema di campionamento:

  • rullista: campionamento di IPA nella zona inalatoria;
  • addetto a terra 1: campionamento in zona inalatoria di particolato respirabile, patch per l’esposizione dermica agli IPA;
  • addetto a terra 2: campionamento in zona inalatoria di IPA, patch per l’esposizione dermica agli IPA;
  • addetto alla vibrofinitrice: campionamento di IPA nella zona inalatoria.

Dallo studio è emerso che:

  • la concentrazione ambientale di IPA è risultata sempre inferiore al limite normativo italiano di 1 ng/ m3 di benzo [a] pirene (B (a) P). Le concentrazioni ambientali misurate non risultano significativamente differenti dalle concentrazioni di fondo di IPA osservate periodicamente in aree urbane italiane (Legambiente, Ministero dell’Ambiente, Ferrovie dello Stato, ARPA – Campagna “Treno Verde”: 1990 -2001).
  • tutti i livelli di esposizione per inalazione misurati nelle campagne di monitoraggio sono di gran lunga inferiori ai limiti di riferimento disponibili e più restrittivi per l’esposizione professionale agli IPA

In conclusione, lo studio ha evidenziato che non c'è nessun peggioramento delle emissioni utilizzando asfalti modificati in confronto con bitumi tradizionali ma anzi, in alcuni casi è stato  addirittura riscontrato un lieve miglioramento della qualità dei fumi; il polverino, infatti, assorbendo parte del bitume tende a trattenere le sostanze volatili riducendo quindi l’esposizione dei lavoratori.

L’intero articolo è disponibile sul numero di Marzo/Aprile di Strade & Autostrade (EDI-CEM Srl), disponibile anche online su online.stradeeautostrade.it.